RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE (R.P.G.)
E’ un metodo rieducativo nato in Francia da Philippe E. Souchard, intorno al 1980 si basa sull’utilizzo di posture d’allungamento delle catene muscolari statiche che, secondo l’autore sottendendo funzioni primarie, tenderanno ad irrigidirsi ed accorciarsi. E’ un approccio terapeutico basato sul concetto che ogni trattamento deve essere individuale, personalizzato in quanto ad ogni singolo disturbo è necessario risalire alla causa della lesione riferendoci obbligatoriamente ad un approccio globale individuale ottenibile solo grazie all’uso delle posture attive e progressive.
L’approccio rieducativo posturale globale si basa sul principio che la debolezza dei muscoli della statica derivi dalla loro ipertonia e rigidità conseguente all’ipersollecitazione procurata dalla forza di gravità e da un’attività intensa lavorativa e/o sportiva, per cui il piano di trattamento è rivolto al rafforzamento muscolare isometrico eccentrico per i muscoli della statica e al rinforzo muscolare isotonico concentrico per i muscoli della dinamica. Il diaframma gioca un ruolo fondamentale nella statica ed è quindi per questo che la respirazione nella Rieducazione Posturale Globale viene guidata in modo attento e preciso.
L’importanza del muscolo diaframma nella statica è data dalla connessione alle vertebre lombari e ai relativi dischi. Sappiamo, infatti, che il pilastro destro si inserisce su L1 L2 L3 e i primi quattro dischi intervertebrali e quello sinistro su L1 L2 e i primi tre dischi intervertebrali. Il diaframma non contrae rapporti solo con il rachide lombare ma anche con il muscolo psoas che costituisce insieme agli adduttori la catena antero-interna dell’anca.
Tutto ciò influenzerà la statica del rachide lombare e del femore conducendo, in caso di retrazione ad iperlordosi lombare e femori addotti e ruotati internamente.
L’ alterazione dell’equilibrio tra muscolatura statica e dinamica sta alla base degli squilibri posturali responsabili, inizialmente, di atteggiamenti alterati (paramorfismi) e successivamente di deformazioni strutturali con conseguente sintomatologia dolorosa, il dolore, inoltre, sarà la spina irritativa di un’ulteriore deformazione. Per rendere visibile questo concetto immaginiamo le corde di una barca a vela dove l’andamento della vela sarà obbligatoriamente condizionato dalla maggiore o minore tensione di una corda rispetto ad un altra .
Da un’attenta visita posturale e indagine anamnestica viene stilato il programma di posture da adottare nella seduta al fine di ripristinare il corretto allungamento delle catene muscolari irrigidite ed accorciate e il corretto tono dei muscoli dinamici interessati. Tutto ciò in accordo con la legge della similitudine omeopatica, per cui la catena muscolare statica, già di per se retratta e ipertonica viene stimolata ad una contrazione isometrica eccentrica. A questo si giunge nel momento in cui si interviene sui compensi che si palesano quando il muscolo, sottoposto ad una debole e prolungata trazione, arriva al limite della sua elasticità.
Quindi col trattamento si lavorerà contro la retrazione dei muscoli statici con un allungamento che non deve essere analitico per non comportare il raccorciamento di tutta la catena muscolare, evitando il blocco inspiratorio che determinerebbe una compressione del rachide per un aumento della lordosi lombare ed infine si lavorerà stimolando il rafforzamento di quei gruppi muscolari come i quadricipiti e gli addominali troppo spesso ipotonici.
Esistono otto tipi di posture alcune da eseguire in carico altre in scarico sul lettino. E’ compito del terapeuta la scelta della sequenza posturale più efficace per la singola seduta che di norma viene eseguita una volta alla settimana per un periodo valutabile soggettivamente.
La Rieducazione Posturale Globale si prefigge di riportare nell’equilibrio ottimale il paziente e ciò è raggiungibile grazie alle posture di allungamento, lavoro che viene ottimizzato dall’integrazione della libertà di movimento ottenuta, dall’eventuale rivalutazione e/o correzione dei gesti quotidiani lavorativi o sportivi del paziente ed infine ad un programma di mantenimento stilato dal terapista stesso.